Il castello nella valle | Il Castello e la Torre di Rezzago
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Il Castello e la Torre di Rezzago

Il Castello e la Torre di Rezzago sono un monumento ancora pressochè sconosciuto dal punto di vista della ricerca storica. Per decenni la struttura è stata lasciata nell’incuria e nell’abbandono e ciò ha causato e accelerato lo stato di degrado che fino a poco tempo fa si poteva vedere.

Il complesso, situato sul tracciato della vecchia strada di collegamento tra Asso (CO) e Caglio (CO), si trova su un promontorio creato dalla confluenza di due corsi d’acqua: il torrente Scei e la Valle della Roncaglia ed è costituito da una torre e una cinta muraria che racchiude un’area suddivisa internamente in due porzioni.

Di recente l’Amministrazione Comunale ha acquisito la proprietà della Torre e della porzione ad essa adiacente e ha attivato un progetto per il recupero della struttura.

Del castello oggi rimane la torre, a pianta quadrata e conservata per un’altezza di circa 11 metri, la cinta muraria, in alcuni punti conservata anche fuori terra mentre in altre parti è a livello del suolo, e un tratto murario, un tempo dotato di porta, che divide l’area.

Fino ad oggi non si sa quando venne edificato il sito fortificato di Rezzago ma la tecnica costruttiva della torre, e in particolare le bugnature presenti su un gran numero dei conci che compongono i paramenti esterni, è riferibile generalmente ad un periodo compreso tra l’ XI e il XIII secolo.

Per quanto riguarda la documentazione scritta, un primo rimando al castello di Rezzago compare in un atto di vendita del 15 febbraio 1480 dove Pietro Barzaghi di Asso vende a Filippo Rugeri di Rezzago alcune terreni nel territorio di Rezzago, tra i quali uno si trova nella località chiamata in Turri che confina con il viganum loci de Zenurio (Milano AS, notai 3351 – Curioni Filippo, in “Fonti per la storia del triangolo lariano. Il medioevo” di V. Longoni 1999).

Le poche notizie storiche riguardanti la torre ad oggi note sono riportate nel manoscritto “Memorie storiche sopra la religione, stato civile e politico a varie epoche della Vallassina con una dissertazione preliminare sopra i più antichi di lai monumenti” di Carlo Mazza Proposto di Asso, 1796. In esso troviamo che nel 1555 il Governatore ed il Senato di Milano inviarono il Capitano Pozzo per demolire i castelli della valle poiché sarebbe stato troppo costoso per l’erario ripararli e presidiarli oltre che per il fatto che avrebbero potuto servire come base per i francesi che di nuovo minacciavano l’Italia malgrado la pace con gli spagnoli del 1544. Gli abitanti della Vallassina si opposero a tale decisione proponendo di restaurarli e presidiarli a loro spese. Nell’elenco di questi castelli troviamo citato il castello di Rezzago in occasione del restauro di quello di Gemù che viene definito “meno necessario a conservarsi, anche per la troppa sua vicinanza all’altro Forte, ben munito, di Rezzago”. Da qui si può dedurre che in quel momento il forte di Rezzago era ancora in uso e presidiato, in quanto non si parla di interventi di sistemazione per tale struttura.

All’interno del capitolo riguardante lo stato di conservazione di castelli e torri della Vallassina al momento della stesura del manoscritto si dice invece: “il castello di Rezzago, di cui resta un avvanzo di terre, una cinta (che comprende circa sette pertiche di terreno) e varie case diroccate, è posto sopra un bel poggio che domina bene la sottoposta Valle”. Risulta chiaro dunque che in questo momento il castello è abbandonato e in fase di decadimento.

In realtà da una prima veloce analisi dei catasti storici e del libro d’estimo del Catasto Teresiano (1721) risulta che il sedime del castello è suddiviso in vari mappali due dei quali (coincidenti con l’attuale proprietà Comunale) sono indicati come “siti di casa” mentre gli altri sono genericamente indicati come prati.

Nella mappa del Catasto Teresiano sono visibili almeno altri tre edifici oggi non più esistenti se non le labili tracce di uno di essi.

Sarà compito dell’indagine archeologica riportare alla luce sia gli edifici indicati nella mappa sia gli altri elementi che costituivano il castello più antico.